“Smettiamo di far finta che i minorenni non esistano. Se non li prendiamo sul serio e non ascoltiamo le loro richieste rischiamo l’implosione o l’esplosione di un’intera generazione”. È il messaggio che ha lanciato l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti il 20 giugno in occasione della presentazione della Relazione al Parlamento alla presenza del Capo dello Stato Sergio Matterella, del Presidente della Camera Lorenzo Fontana e di numerose personalità.
E per dar voce agli adolescenti, Emanuele, in qualità di rappresentante della Consulta delle ragazze e dei ragazzi – in occasione della presentazione della Relazione al Parlamento – ha letto una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica scritta in autonomia dai componenti della Consulta. Le ragazze e i ragazzi hanno sottolineato il bisogno di ascolto e partecipazione e di spazi per poterlo fare.
Dai risultati della consultazione Il futuro che vorrei, è emerso che quasi metà dei giovani è convinta di non poter cambiare le cose. È cruciale, pertanto – ha scritto la Consulta a Mattarella – che le istituzioni dimostrino la volontà di ascoltare i minorenni per permettere loro di essere protagonisti del futuro. Il Presidente ha infatti spesso riconosciuto l’impegno dei giovani, ringraziandoli per il loro aiuto dopo catastrofi naturali. Questi eventi, insieme al cambiamento climatico e alle guerre, minacciano il loro domani.
Le ragazze e i ragazzi della Consulta dell’Agia hanno chiesto un dialogo con le istituzioni per garantire il diritto alla partecipazione e la tutela della libera espressione richiamando più volte gli articoli della Costituzione della Convenzione di New York del 1989. La Consulta è uno dei pochi spazi dove possono confrontarsi con le istituzioni, ma serve più ascolto istituzionale. È inoltre urgente affrontare il tema della salute mentale, spesso trascurata e aggravata dalla pandemia. La lettera ha chiesto che sia valorizzato il ruolo dei minorenni in modo che possano collaborare alla costruzione di un futuro che tuteli i diritti di tutti, senza alcuna distinzione.